Nicoletta mi riceve in una mansarda che da su un giardino ed io a questo sono molto sensibile; fanno capolino la sorella e la mamma, e inizialmente sembra un caso, poi scopro che sono tutte e tre un concentrato di creatività e passione pronta ad esplodere in coloratissime sorprese. Nicoletta si sta preparando per la mostra di New York e su un manichino da sarta la sorella le ha confezionato un vestito degno di una delle migliori griffe, mentre la mamma le ha creato una collana di fiori con l’uncinetto adatta alla mise. Confesso che mi sembra una favola di Walt Disney. Avete presente quando in Cenerentola i topolini cuciono il vestito e gli uccellini volando intrecciano i fiocchi? Circondata e sorpresa da tutta questa creatività, quasi non riesco a formulare le domande; fortunatamente non le mancano parole e sorrisi e inizia a raccontarmi come, dopo aver gestito per alcuni anni un’azienda familiare, prende importanti decisioni che la portano a diventare una creativa per mestiere.
“Ho lavorato nell’impresa di mio padre Remo, la Velcom elettronica, e quando lui giovanissimo è venuto a mancare ho portato avanti per qualche anno l’attività, ma era troppo “sua” e ho preferito seguire la mia, di strada; a soli 20 anni sarebbe stato un sacrificio che neppure lui avrebbe desiderato per me”. Nelle sue parole colgo che il suo essere in connessione con i suoi desideri e saperli esprimere l’ha portata sulla sua strada nella sua autenticità. Non so se ci voglia più coraggio a portare avanti i sogni altrui per devozione ai sentimenti familiari, o a cercare la propria strada. In entrambi i casi è un percorso difficile, ma seguire le proprie passioni e manifestare la propria autenticità portano a una gratificazione più completa.
Il suo passato imprenditoriale è tangibile: lei collabora, si espone nei posti giusti, segue il flusso, ascolta i clienti e con loro ha un rapporto di scambio, lei osa in tranquillità e quindi riesce, lei è un’artista che dialoga con il committente dell’opera, ha un linguaggio tutto suo e lo si riconoscerebbe fra mille. Gli Stati Uniti sono un mercato che subito ha colto la gioiosità del suo linguaggio, perché l’arte è anche dialogo, gioco, e non solo virtuosismi di iperrealismo o di destrutturazione. Nicoletta è sicuramente una persona che ha creduto in se stessa, ha creduto che la sua passione potesse diventare un mestiere; il suo linguaggio artistico si è evoluto insieme a lei, attraverso il tempo, gli incontri di persone e di materiali, attraverso le richieste dei clienti e seguendo il suo sentire.
Questa intervista è la prima di una serie dedicata a chi vive a pieno le proprie passioni e rientra nel mio progetto professionale www.lavitachevuoi.com di facilitare le persone, con psicoterapia e percorsi personalizzati di life coaching, a vivere al meglio la vita.
Perché ho scelto Nicoletta come prima intervista? Perché sono anni che sbircio nel suo atelier di Via Farini a Parma per osservare i nuovi soggetti e i nuovi materiali, perché mi ha ispirato nelle mie creazioni, perché l’ho ammirata da subito per il suo modo umile, spontaneo e deciso di porsi e proporsi. Onorata di essere stata ricevuta e di potervi far conoscere una persona, una donna, un’artista speciale, che mi auguro sia d’ispirazione anche a voi che leggete.
Con entusiasmo e gioia
Roberta Bettinelli
Sito dell’artista: www.bellettinicoletta.it
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